5 domande 5: Francesco Monopoli

5 domande 5: Francesco Monopoli

Francesco Monopoli 26 anni comincia come tanti giocando a pallavolo e finisce con l’innamorarsi di questo sport. Smesse le vesti di atleta intraprende qualche anno fa l’iter di allenatore cominciando come assistant coach di Marco Taba. Ultimamente decide di allargare gli orizzonti lavorando come scout man per la “Sir Safety Perugia” recentemente promossa in A1. Non dismette, però, i panni di allenatore e guiderà nella imminente stagione agonistica la ”Sirio Pallavolo Perugia 2012” iscritta alla prima divisione femminile e coadiuverà mister Bellavita in Serie D femminile. A questo punto non potevamo esimerci dal sottoporlo al nostro “5 domande 5”.

Perché scoutman, cosa ti ha attratto?

E’ difficile dire no ad una proposta sia quando arriva da una società ormai importante nel nostro panorama, sia quando a proportelo è Marco Taba. Inoltre credo che allargare i propri confini sia sempre utile e nello specifico mi consente, lavorando con una società di serie A, di migliorare le mie conoscenze tecniche.

In questa veste come ti rapporti con i coach? Cosa si aspettano da te?

Sicuramente precisione nella rilevazione e puntualità nella consegna dei dati. Potrebbe sembrare snervante come attività, ma mi ritengo fortunato perché lavorare diventa facile quando hai affianco Boban Kovac, un head coach serio, preciso, competente con una dote in più l’umanità, il saperci fare che ti fa sentire come fossi a casa tua o in un gruppo di amici.

Vediamo ormai gli scoutman operare in serie minori, ma non ritieni questo essere un pò un eccesso, un uso sproporzionato della vostra funzione?

Non sono d’accordo. Oggi per poter lavorare bene gli allenatori devono avere punti di riferimento statistici cosi da poter aiutare i ragazzi a crescere e migliorare il proprio livello tecnico e umano.

Immaginiamo che viaggiare con la squadra sia diventata una costante, la tua indole ti porta facilmente lontano da casa?

Si non ho problemi a stare fuori di casa. Viaggiare con la squadra è bello, conoscere posti diversi da quello dove sei nato fa parte del bagaglio di esperienze personali e ti aiuta a crescere, a vedere le cose da più punti di vista.

Dicono di te che come allenatore sei duro in gara verso i tuoi atleti, lo ritieni un difetto o un pregio?

Dalle mie ragazze pretendo sempre molto, questo porta ad arrabbiarmi e qualche urlo scappa. So, però, che possono fare di più e di meglio e so anche che è difficile da spiegare loro. Poi subentra sempre il carattere personale del singolo che qualche volta non aiuta. Spero che le mie ragazze comprendano che tutto quello che faccio è per il bene collettivo, non ci sono né ci saranno mai rancori personali.

Ringraziamo Francesco e non possiamo fare altro che dargli un grosso ‘in bocca al lupo’ per il suo futuro.