5 domande 5: Luca Tomassetti

5 domande 5: Luca Tomassetti

Luca Tomassetti quarantacinquenne, ingegnere, sposato con Emanuela da due anni con cui condivide l’amore per due cani molto ‘estrosi’. Da ventanni nel mondo della pallavolo umbra prima come atleta poi come allenatore, in quest’ultima veste matura esperienze importanti a Todi ed a Marsciano.  Quest’anno è il coach della “Q.S.A. Promovideo Perugia”, che parteciperà al campionato di serie C femminile, e della selezione U18 femminile “San Sisto Volley”. Si sottopone volentieri al nostro 5 domande 5.

Quali sono gli obiettivi che si è posto in questa stagione?

Vincere il campionato di Serie C o almeno provarci fino all’ultima goccia di sudore!!!  Con l’under 18 centrare i play-off provinciali e poi lottare su ogni pallone. Chi aspira ad un posto al sole dovrà vedersela con noi.

Ritiene che in questi ultimi anni le società umbre abbiano svolto un buon lavoro nei settori giovanili?

Lavorare nel giovanile è difficile, presuppone investimenti seri in termini di strutture e tecnici che pochissime società hanno dimostrato di potersi permettere. Spero che in questo momento di crisi si possa rivalutare l’importanza del lavoro sui giovani e migliorare la condizione generale della pallavolo giovanile umbra, a partire da noi ovviamente.

Quali sono le difficoltà che si incontrano durante la crescita tecnica di una atleta?

Sono numerose e disparate, a partire dall’educazione sportiva per finire a quella fisica. L’insegnamento dello spirito di sacrificio finalizzato all’allenamento è sempre più un elemento di difficoltà; la mancanza di educazione motoria, a causa della ‘leggerezza’ con cui l’argomento è affrontato nella scuola dell’obbligo, è ostacolo nell’insegnamento della tecnica. Nel complesso però sono molte di più le soddisfazioni che non le difficoltà!

Un flashback, un momento del suo passato sportivo che vorrebbe cambiare potendo.

8 giugno 2008, finale per l’assegnazione del titolo di Campione d’Italia Under 16; affrontavamo la Foppapedretti di Bergamo e vincevamo 19-13 nel primo set quando va in battuta il loro palleggiatore contro la nostra rotazione più debole… sapevo che era una giocatrice molto efficace in quel fondamentale e che sarebbe stato determinante interrompere il suo turno di battuta il prima possibile, ma ho pensato che chiamare subito time-out sarebbe stato un segno di sfiducia per le mie ragazze. Fecero un break di 8-0 e finirono per vincere set e, dopo il contraccolpo, anche la partita. Quante volte ho pensato a quel maledetto time-out mai chiamato!

Cosa si sente di augurare al movimento pallavolistico o quale ritiene essere il punto fondamentale da cambiare?

Mi piacerebbe vedere una società umbra di pallavolo femminile fra le migliori d’Italia anche a livello giovanile. Purtroppo le ‘lotte’ fratricide alimentate dai campanilismi non ci fanno accorgere di quanto gli altri lavorino meglio di noi finché non facciamo capolino fuori dai nostri confini e li, di solito, sono dolori…

Ringraziamo mister Tomassetti per il tempo che ci ha dedicato e gli facciamo un grosso ‘in bocca al lupo’ per la stagione ormai imminente.